Si fa presto a dire Shotokan

In Italia, ed un po’ in tutto il mondo, si usa il termine Shotokan come se questo che fosse uno “stile” codificato in tutti i dettagli.

Me ne sono reso conto anche recentemente quando, dopo aver postato il video del kata Kashu, mi sono sentito dire “non è un kata shotokan”. Ma certo che è un kata shotokan … basta mettersi d’accordo su cosa si intenda con Shotokan.

Ebbe a dire il grande Maestro Osaka quando gli fu detto che praticava Shotokan, “io non pratico Shotokan, io pratico il karate del Maestro Nakayama”.

Sono assolutamente convinto che una scuola di karate sia caratterizzata dai suoi kata, e su questo credo si possa concordare, ma è altresì evidente che lo shotokan-ryu non è quanto insegnato dal nostro “fondatore” Gichin Funakoshi. Certo, alcuni dei kata che pratichiamo oggi hanno essenzialmente lo stesso embusen e tecniche di quelli proposti da Funakoshi Gichin, ma le modalità di esecuzione delle tecniche erano ben diverse. Di fatto (e non potrebbe essere diversamente) il karate proposto da Funakoshi Gichin era tecnicamente Shorin al 100%.

Sappiamo anche che i kata che Funakoshi considerava importanti per la sua scuola non erano certamene i 26 kata che ora consideriamo “ufficiali” dello shotokan.

Nel suo libro (quasi 300 pagine) Karate Do Kyohan (scritto nel 1931, dieci anni dopo il suo arrivo a Tokyo) riporta (spiegandoli) i kata che lui considerava di base per la sua scuola.

  • i 5 He-ian
  • i tre tekki (che lui chiamava kiba-dachi)
  • Bassai shodan (Bassai dai)
  • Kan-ku
  • Han-getsu
  • Ji-te
  • En-pi
  • Gan-kaku
  • Jion

Sono 15 kata, non certo i 26 che oggi sono considerati lo standard per lo Shotokan, ma non è dato sapere se fossero praticati altri kata.

La domanda è: quando si inizia a parlare di Shotokan vero e proprio?

Quello che chiamiamo shotokan è il frutto della rivoluzione tecnica del figlio di Funakoshi, ovvero Gigo Funakoshi. E’ Gigo Funakoshi il vero padre fondatore dello shotokan (insieme forse ad Obata ed Egami).

Sappiamo per certo che Funakoshi Gichin inviò suo figlio ad Okinawa per “abbeverarsi alla fonte del karate” (diremmo noi), oppure citando il Manzoni, “per sciacquar i panni ad Okinawa”. Sappiamo anche che Funakoshi Gichin aveva una grandissima stima il Maestro Kenwa Mabuni, creatore dello Sito-ryu, una vera enciclopedia vivente del karate e che quasi sicuramente fu da lui che imparò vari kata.

Quindi è possibile che fu dopo il 1931, grazie a Gigo Funakoshi ed anche grazie ai kata trasmessi da Mabuni, che nel dojo dei due Funakoshi furono inseriti i nuovi kata che poi formarono i 26 kata JKA (fondata nel 1949) e che tutti noi conosciamo bene.

Per gli ortodossi la storia della nascita dello shotokan finisce qui, ma le cose sono invero più complicate.

Guardate bene il video che segue (1974). E’ giapponese al 100% ed è Shotokan. Ma certi kata sono convinto siano a voi sconosciuti.

Se avete avuto la pazienza di vedere tutto il video avete sicuramente notato:

  1. Kata kobudo, ma a noi avevano sempre detto che nello shotokan non esistono i kata con le armi tipiche di Okinawa e Giappone;
  2. Kata senza armi sconosciuti a noi dello shotokan ma ben conosciuti nello shito-ryu e nel Goju-ryu, come ad esempio Suparimpei (min 19.59 del video), oppure Seienchin al minuto 27.06.

Ma che strano shotokan è questo?

Non è uno strano shotokan, ma lo shotokan della scuola del Maestro Isao Obata, allievo prima e stretto collaboratore dopo di Funakoshi Gichin.

Obata fu uno dei fondatori della JKA ma ne uscì nel 1954 per forti dissidi sulla natura dell’organizzazione stessa (non dissidi tecnici quindi).

Obata continuò ad insegnare fondando di fatto una sua scuola, con Hombu Dojo alla Keyo University. Tale scuola è attiva tuttora, i video dei maestri della scuola sono ben riconoscibili avendo tali maestri una x nera sul dojo.

Il video mostra il karate shotokan della Keyo nel 1974. Il fatto che tale scuola non sia mai arrivata in Italia non la rende meno shotokan della JKA.

E qui arriviamo all’errore in cui tutti siamo incorsi in Italia.

Negli anni 60 (dopo la morte di Funacoshi Gichin nel 1957) la JKA decise, sotto la direzione del Maestro Nakayama, di fare proselitismo mondiale, esportando il karate in tutto il mondo. Fu così che in Italia arrivò Shirai, in Francia Kase, alle Hawaii Kanzawa ecc. Portarono lo Shotokan? No, loro portarono una particolare scuola Shotokan, ovvero il Karate JKA del Maestro Nakayama e noi ci siamo convinti che quello fosse l’unico e solo shotokan.

Ora, grazie ad Internet ed ai voli accessibilissimi con il Giappone (sino a prima dell’euro andare in Giappone dall’Italia era costosissimo), stiamo scoprendo la non unicità del karate shotokan.

Nella JKS abbiamo tanti kata creati dal Maestro Asai che non fanno parte dei 26 kata JKA (dovremmo forse dire 25, in quanto sembra che Jiin sia stato eliminato, stessa sorte di Hyakuhachiho?) ma questo non rende il karate JKS meno shotokan del karate JKA.

Oltretutto a quanto sembra ci sono kata che forse erano praticati nella JKA sino ai primi anni ’50 del secolo scorso che poi sono stati eliminati dal percorso ufficiale JKA. Ma anche questi Kata sono Shotokan.

Vi mostro a titolo di esempio il kata Hyakuhachiho (Suparimpei) eseguito due mesi fa a Tokyo all’Hombu Dojo JKS.

Sicuramente questo è un Kata che il Maestro Obata praticava ed insegnava (come abbiamo visto nel video di cui sopra).

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